Attorno allo scheletro dell'elefante, una femmina di meridionalis, progenitore della specie Mammuthus comparso in Europa alla fine del Pliocene, il
Museo dell'Elefante articola un percorso arricchito di diorami, pannelli esplicativi e copie di altri reperti, che illustra l'ambiente in cui l'elefante è
vissuto, il suo processo di fossilizzazione, lo schema evolutivo dei proboscidati e che approfondisce le tematiche di gigantismo e nanismo negli animali e sviluppo di zanne e proboscide.
Partendo dalla Venere di Savignano, al centro dell'esposizione (in copia; l'originale è presso il Museo Preistorico Etnografico Pigorini di Roma), si passa al
confronto con riproduzioni di soggetti simili, sia italiani che europei: la Venere di Lespugue (Francia), la Venere di Willendorf (Austria), la Venere di
Chiozza di Scandiano (Reggio Emilia) e la Venere della Marmotta, ritrovata da poco nel Lazio e sconosciuta a molti: un viaggio nell'arte preistorica delle raffigurazioni femminili.
Visualizzate il servizio del TG Arte sul nostro museo (puntata del 5 febbraio 2017)
La venere è una statuetta "steatopigia" cioè con carattere di spiccata lordosi lomabare.
La statuetta misura circa 22cm ed è stata realizzatta in una pietra chiamata "serpentino tenero"
Si stima che risalga a 25.000 anni fa, ma le condizioni fortuite in cui è stata rinvenuta non permettono datazioni più precise.
Ritrovata nel 1925 durante la costruzione di una stalla. A solo 1 metro e 20 cm di profondità.
L'artista Giuseppe Graziosi, ne intuì il valore storico archeologico e la portò al museo Pigorini di Roma dove da allora è conservata.
Paolo Graziosi, figlio di Giuseppe e famoso archeologo, fu uno dei maggiori studiosi dell'arte preistorica in italia.
L’uno ospita i resti dello scheletro di un elefante vissuto circa 2 milioni di anni fa, l’altro la copia della celebre la statuetta della “Venere”, una scultura a tutto tondo risalente al paleolitico superiore
Il territorio di Savignano è storicamente attraversato dall'antica strada romana detta via Claudia. Numerosi ritrovamenti di epoche storiche diverse fanno comprendere quanto fosse importante il nostro territorio.
Le prime fonti scritte del borgo medioevale ci arrivano dall'898 a.c. dall'imperatore Lodovico II "Placito Curte Saviniano; ubi Domnus Hludovicus Imperator preerat"
Festivi dalle 14.30 alle 18.30, feriali previa prenotazione.